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Lui & Lei

Una richiesta particolare


di Lucacrazy93
04.03.2025    |    1.352    |    0 9.3
"Fu solo una piacevole serata tra amici che si divertivano a punzecchiarsi un po’, anche se il desiderio di lei ora che l’avevo rivista era più forte che mai..."
Tess era uno splendore, non potevi non notarla.
Sono sicuro che la mia perenne infatuazione per il pelo rosso sia nata con lei.
Aveva una borsa di studio per il nuoto e guardarla allenarsi era un vero piacere.
Ricordo pomeriggi di studio sulle tribune, scanditi dalla regolarità delle sue bracciate e dal quel lieve sciabordio delle acque smosse dal suo corpo, che ascoltavo rapito.
Una vasca dopo l’altra, senza sosta.
Poi c’erano giorni in cui si metteva alla prova. Allora non potevo smettere di guardarla, e con me tutti gli altri.
Aveva un fisico asciutto ma potente, muscoli guizzanti, una femminilità tutta sua che traspariva dalla sua agilità, dalla lucentezza della sua pelle chiarissima, dalle lentiggini che le adornavano il corpo, da labbra morbide e da una massa di riccioli rossi a cui non rinunciava malgrado fosse un’impresa infilarli sotto la cuffia.
Quando i suoi tempi cominciarono a diventare interessanti adottò un taglio cortissimo che la rese ancora più attraente.
Tra i ragazzi si diceva che fosse lesbica perché non dava confidenza a nessuno, ma io speravo non fosse vero.
Era molto concentrata sul nuoto e sullo studio ed immaginai che semplicemente non volesse pensare ad altro.
Fummo assegnati allo stesso gruppo di studio e così ci conoscemmo.
Vista da vicino era ancora più bella e non potei fare a meno di desiderarla.
Pensavo a lei costantemente.
Aspettavo il momento giusto per cercare di conoscerla un po’ meglio ma lei non me lo permise e una volta finito il lavoro di gruppo smettemmo di vederci con assiduità.
Frequentavo altre ragazze e, sebbene lei fosse l’unica a cui ero davvero interessato, non ebbi voglia di insistere.
Ci ritrovammo un paio di mesi dopo alla stessa festa di carnevale organizzata da Claire, la sua migliore amica. Appena entrai nella stanza la riconobbi, malgrado la maschera, e mi avvicinai.
Anche lei mi riconobbe e cominciammo a parlare un po’.
Fui sorpreso di vedere che stava flirtando con me.
E ci sapeva fare.
- «Sei diversa stasera. E’ successo qualcosa?»
- «Credo sia colpa della maschera».
- «Più che una colpa mi sembra un merito. Mi piace vederti più rilassata. Sei ancora più carina».
- «Ecco, vedi? La maschera nasconde quando arrossisco ed io mi sento più a mio agio».
Passammo la serata a stuzzicarci ma nessuno dei due si fece avanti per davvero.
Io ero stato scottato dai suoi precedenti rifiuti e non volevo espormi. Avrei preferito fosse lei a fare il primo passo, ma non accadde.
Fu solo una piacevole serata tra amici che si divertivano a punzecchiarsi un po’, anche se il desiderio di lei ora che l’avevo rivista era più forte che mai.
Il giorno dopo incontrai Claire. Mi cercava per riferirmi un messaggio di Tess. La aveva incaricata di farmi una proposta. Mi chiedevo perché avesse incaricato Claire di parlarmi e non l’avesse fatto di persona. Immaginavo fosse a causa della sua timidezza però mi sembrava comunque un po’estremo, oppure molto infantile.
Claire mi disse che Tess era interessata a me e per la prima volta dopo tanto tempo provava un’attrazione fisica per un ragazzo.
Disse che voleva incontrarmi in un motel, giù in città.
Disse che però avrei dovuto rispettare delle condizioni, in particolare quella per cui io sarei stato bendato tutto il tempo.
Pensai mi stessero prendendo in giro.
Non avevo mai fatto sesso bendato.
Mi era capitato di vedere dei film erotici in cui bendavano la protagonista e, anche se a me non sarebbe mai venuto in mente di farlo prima di allora, anzi pensavo fosse una cosa da boomer, dovevo ammettere che aveva un non so che di eccitante.
Ero piacevolmente sorpreso da questa richiesta perché se c’era una cosa che mi piaceva fare era accontentare le mie partner a realizzare le loro fantasie.
I maschi tra i 20 e i 25 anni, in generale, sono ancora nella fase terra terra, ma le ragazze invece hanno un mondo di fantasie tutte da realizzare, alcune ingenue altre molto elaborate.
Io godevo un mondo nell’ascoltare le loro confidenze e scoprivo così che l’erotismo al femminile era molto di più che una scopata e via, per quanto bene si potesse scopare.
Le chiesi se era uno scherzo perché da parte mia ero al settimo cielo per la felicità e non volevo restare deluso.
Claire rise.
Prima di accettare però volevo fare un paio di richieste anche io: la prima è che potessi vedere Tess prima di essere bendato e la seconda che fosse proprio lei a bendarmi.
In effetti un certo timore che volessero farmi uno scherzo e che potessi diventare lo zimbello di qualcuno ce l’avevo.
- «Non penso ci saranno problemi. Se non senti nulla fatti trovare sabato al motel vicino alla statale 42, alle 21. Tess ti invierà per messaggio il numero della camera e ti aspetterà lì».
Alle 20:45 arrivai al motel. Alle 21 in punto un messaggio: “Camera 58”.
Ero completamente su di giri. La situazione era assolutamente nuova per me e quel pizzico di paura amplificava la mia eccitazione.
Arrivai alla camera e trovai la porta socchiusa.
Entrai. La luce era molto debole ma riuscivo ad intravedere una figura seduta su una poltroncina.
Mi avvicinai a lei. Era Tess, non c’era alcun dubbio. Indossava un abito molto corto e dei sandali eleganti. Era seduta con le gambe accavallate, in attesa del mio arrivo.
Si alzò in piedi e avvicinò il suo viso al mio, regalandomi un delicatissimo bacio sulle labbra, leggero come il posarsi di una farfalla.
La guardavo negli occhi in cerca di un brivido di eccitazione ma lei li abbassò subito.
«Girati» - mi sussurrò.
Obbedii e lei mi mise una benda sugli occhi e la legò dietro la mia testa.
Ora non vedevo proprio più nulla.
Avrei voluto metterla un po’ sul ridere, per stemperare un po’ la tensione, ma qualcosa dentro di me mi suggeriva di non farlo. Era come se per lei quel momento fosse un rituale. Me ne accorgevo dalla lentezza dei suoi movimenti, dalla delicatezza del suo tocco, come se nella sua mente si fosse già prefigurata ogni cosa e l’improvvisazione non fosse contemplata. C’era un copione da seguire ed io avrei dovuto adattarmi ad interpretarlo.
Sentii un rumore dall’altro lato della stanza e mi girai di scatto.
«Tranquillo. Ho chiesto a Claire di essere presente, spero non ti dispiaccia. Mi sento più tranquilla se lei è qui».
Non era la prima volta che facevo sesso con una ragazza mentre nella stanza c’era qualcun altro, però quella situazione era leggermente differente e non ero completamente a mio agio. Comunque ormai c’ero dentro fino al collo e se volevo restare dovevo farmela andare bene anche così.
Ci spogliammo reciprocamente e poi cominciammo le danze.
Ben presto mi accorsi che ogni mia iniziativa veniva stroncata sul nascere e sostituita da una sua iniziativa. Se volevo leccarle i capezzoli mi distraeva con un bacio finché non era lei a spingermi la testa verso i suoi seni. Quando la mia lingua scendeva lungo la sua pancia fino a lambirle la fessura morbida e delicata mi fermava la testa con un tocco della mano, mi faceva girare e poi metteva la figa contro il mio viso e stabiliva lei il quando e il come. E se la mia lingua spingeva con troppa foga allora lei mi frenava e mi riportava alla lentezza. Era una deliziosa tortura che mi divertivo a provocare.
Non era frustrante, era un gioco erotico che mi eccitava da morire.
Senza vederla avevo imparato la geometria del suo corpo, le distanze, le curve, e poi gli odori, i suoni del suo piacere, la morbidezza del pelo tra le gambe che sembrava di seta.
Cominciavo a perdere il controllo e il desiderio di prenderla diventava pressante.
Lei si mise con la schiena appoggiata al letto, afferrò il mio cazzo e cominciò a strusciarlo contro la figa, lentamente ma inesorabilmente, senza sosta. Avanti e indietro, scivolando su e giù, senza entrare, umido della sua eccitazione e della mia.
Finché alla centesima volta o giù di lì, lei venne e immediatamente dopo se lo infilò dentro. Sentivo ancora le contrazioni del suo orgasmo mentre spingevo e dopo poco venne di nuovo, in maniera più profonda ed io mi lasciai andare al piacere.
Si rivestì in fretta ed uscirono insieme, lei e Claire.
Fu allora che mi sentii usato, una brutta sensazione.
I giochi e le fantasie sono leciti e piacevoli ma alla fine ci deve essere un momento in cui ci si guarda negli occhi e si ride insieme, ritrovandosi vicini e complici.
Se questo momento non c’è allora il gioco è stato di uno soltanto e l’altra persona è stata solo un giocattolo.
Mi chiese di ripetere l’incontro con le stesse modalità ma per quanto la desiderassi decisi che era meglio di no.
Per un po’ di bende non ne volli più sapere, ma solo per un po’. ;)

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